Letteratura e centri culturali Non è bella la vita dei pastori in Aspromonte, dinverno, quando i torbidi torrenti corrono al mare, e la terra sembra navigare sulle acque ... Stanno accucciati alle soglie delle tane, davanti al bagliore della terra, e aspettano il giorno della discesa al piano, quando appenderanno la giacca e la fiasca allalbero dolce della pianura. Così descrive la vita della sua gente Corrado Alvaro, lo scrittore di San Luca, uno dei maggiori della prima metà del Novecento italiano che, pur vivendo fuori dalla terra di origine, tuttavia fa di questa terra il motivo ispiratore fondamentale di numerose opere. In Calabria la letteratura ha sempre avuto un terreno molto fertile: questa è la patria di poeti, studiosi della lingua, umanisti e filosofi. Calabresi sono il poeta Folco di Calabria, autore di liriche amorose ispirate ai modi della poesia siciliana; Bernardino Telesio (di Cosenza), il teorico di quei principi che saranno fondamentali nella storia del pensiero filosofico rinascimentale; il grande letterato Tommaso Campanella, nato a Stilo, e Vincenzo Gravina, di Roggiano, uno dei fondatori dellAccademia dellArcadia. Anche Gioacchino da Fiore, autore di opere in latino, e Cassiodoro, nato intorno al 480, raffinato studioso e ministro di Odoacre e Teodorico, sono calabresi. La memoria più recente, tuttavia, è legata a Vincenzo Padula e Corrado Alvaro. Padula è un uomo dai forti interessi letterari e giornalistici e dalla viva sensibilità civile. Sensibilità che lo porta a difendere i Comuni e i ceti emarginati e a schierarsi attivamente con quanti operavano per lunificazione nazionale, mettendosi contro chi usurpava le terre dello Stato e sottometteva i più deboli. Padula scrive poesie, canzoni, poemetti, elogi funebri, prosa, cronache, pensieri, e traduce lApocalisse di San Giovanni Apostolo. Inoltre, insegna nei licei di Napoli e Cosenza e allUniversità di Parma. I suoi primi lavori sono due novelle in ottave: Il monastero di Sambucina (1842) e Valentino (1845) in cui lautore rappresenta lo spettacolo della natura. Il tema è la Calabria, lo stesso di Sigismina, unaltra novella in venti canti di cui non si hanno che pochi frammenti. LOrco, in 12 canti, parla di una leggenda popolare. Antonello capobrigante calabrese, invece, è un dramma in prosa, diviso in 5 atti, del 1850. Il tema del brigantaggio, però, non è isolato dai problemi derivanti dalla struttura politica e sociale del tempo. Lesordio di Corrado Alvaro, come per molti letterati, avviene nel giornalismo. Nel 1818, infatti, lo scrittore lavora al Corriere della Sera, di Milano; nel 1922, a Roma, scrive sul Tempo: lo stesso anno viene chiamato da Giovanni Amendola al Mondo. In seguito, nel 1926, è segretario di redazione di 900 (la rivista di Bontempelli) e inizia una collaborazione con la Stampa, di Torino. Poesie grigioverdi sono 12 componimenti nati dallesperienza della guerra; la sua prima raccolta di novelle (La siepe e lorto) risale, però, al 1920. Ed è fin dora che lo scrittore esprime il desiderio di interpretare il mondo calabrese: un mondo fatto di realtà umili e sofferenti, di personaggi autentici con storie spesso tragiche ma dalle forti passioni, isolati dal mondo, poiché rinchiusi negli spazi troppo piccoli di villaggi rurali. Nel 1926 viene pubblicato il suo primo romanzo: Luomo nel labirinto. Qui si evidenzia il punto di vista di Alvaro: quello di un intellettuale del Sud che, assistendo allo sviluppo della civiltà industriale, ne individua anche gli aspetti assolutamente negativi come la corruzione, la mancanza di sentimenti e la stessa angoscia di vivere nellagitazione della città. Lamata alla finestra (1929) è ispirato alla terra natale; come Gente in Aspromonte (1930), una raccolta di 13 racconti pubblicata in diverse lingue, in cui lautore raggiunge la piena maturità del suo lirismo: protagonisti sono contadini e pastori oppressi dagli stenti della vita quotidiana. Proprio in quanto meridionale Alvaro non crede nei progressi dellindustrializzazione perché, al di là dellapparente benessere, i problemi urgenti del nostro Paese rimangono e, in più, si evidenzia maggiormente il dislivello economico fra il Nord e il Sud, fra una realtà in espansione e una struttura sociale di tipo feudale dove i rapporti fra gli uomini non cambiano; e non cambiano soprattutto le condizioni dei contadini, degli umili, del popolo nei confronti dei nobili. Ma, se da una parte in Alvaro cè la riflessione sulla realtà difficile e sofferente dei contadini, sullarretratezza del Sud e su un rapporto squilibrato fra città e campagna, dallaltra, non manca la nostalgia di un mondo vicino alla natura, non toccato dalla civiltà e, per questo, mitico: una Calabria fuori dal tempo che diventa una specie di paradiso perduto. E per questo contrasto che si parla di realismo di Alvaro, e di toni evocativi. Ma è proprio il suo realismo che piace di più. Perché nellespressione di questo realismo tocca le vette più alte della capacità lirica e le parole diventano pura poesia. Il maggior Alvaro, infatti, è proprio quello di Gente in Aspromonte, di alcuni racconti e dei diari quando la sua Calabria smette di essere un porto tranquillo, unisola romantica e decadente, e diviene una Calabria vera con i suoi pastori dalla vita autentica seppur piena di difficoltà. Quei pastori che nella solitudine della montagna pensano al paese, caldo più di una mandra, e alla domenica quando le spose sono colombe tranquille. Pastori ai quali è indirizzato laffetto dellautore e il nostro di lettori. Lo scrittore calabrese è ricordato a San Luca dalla Fondazione Corrado Alvaro (via Garibaldi 8; tel 0964986017) che promuove diverse iniziative artistiche e letterarie, fra cui convegni, laboratori di scrittura creativa e il prestigioso Premio Corrado Alvaro, oltre che curare, naturalmente, la raccolta, il riordino e la pubblicazione delle opere edite e inedite dello scrittore. Inoltre, il Parco Letterario Corrado Alvaro è un interessante itinerario culturale attraverso i luoghi da lui descritti nelle sue opere: unoccasione per conoscere gli splendidi paesaggi dellAspromonte. Dopo la morte di Alvaro, gli scrittori calabresi abbandonano quellispirazione realistica e vicina alla natura che proveniva dal pensiero di Vincenzo Padula e di autori sensibili alla poetica di Verga. Mario La Cava scrive libri che pur nascendo dallosservazione di caratteri e persone propri del suo paese, Bovalino, suscitano, tuttavia, interesse nazionale. Fortunato Seminara parla dei cambiamenti sociali mostrando che i disagi e le contraddizioni della civiltà moderna interessano anche la nostra regione. Saverio Strati è attento ai temi dellemigrazione: quellemigrazione, però, che riguarda anche gli ambienti borghesi e intellettuali; rappresenta il momento storico successivo ad Alvaro, quello in cui il viaggio non è più un fenomeno sociale legato a difficoltà economiche ma, piuttosto, una scelta esistenziale legata allo studio, alla carriera, ecc. Di Calabria è tutta impregnata la poesia di Franco Costabile, nato a Sambiase nel 24 e morto ad appena 41 anni. La sua terra è la Calabria delle sofferenze, delle sconfitte e dei conflitti insanabili; ma anche quella di relazioni umane, di valori importanti e di speranze. Un altro grande poeta contemporaneo, nato nel 1910 a Melicuccà, è Lorenzo Calogero. La sua è unesistenza solitaria e disordinata, ai margini della follia; ossessionato tutta la vita dal desiderio maniacale di essere pubblicato da una casa editrice importante, lunica consolazione della sua tormentata esistenza rimarrà sempre la poesia. Leonardo Sinisgalli lo descrive in un componimento a lui dedicato che termina con questi magnifici versi: Sono più vispe le sue pulci. Contano più le sue parole perdute, insensate, fragranti dei fiori scelti con i guanti, delle stelle irritanti. Nel panorama della letteratura calabrese Carmine Abate è una figura a parte, per le sue radici arbëreshe: elementi importantissimi della sua ispirazione. Il suo ultimo romanzo Tra due mari affronta il tema del viaggio e del confronto tra la cultura calabrese e quella del Nord-Europa, precisamente della Germania, dove lo stesso autore vive per un certo tempo. In Calabria, una istituzione culturale di grande importanza è il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti (tel 0984991825), il quale si propone di divulgare il pensiero dellabate calabrese Gioacchino da Fiore. Il Centro, ospitato dalla magnifica Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore organizza Congressi Internazionali e seminari, collaborando con diverse Università. Inoltre, svolge una intensa attività editoriale riguardante le opere di Gioacchino, dispone di un patrimonio librario di notevole interesse e stampa la rivista Florensia, un periodico annuale. Segno, questo, della grande vitalità degli studi gioachimiti in Calabria e di come la figura di Gioacchino, ancora oggi, dopo otto secoli, sia sempre più attuale e continui a suscitare nel mondo contemporaneo attrazione e interesse.
Appuntamenti Premio letterario
e culturale Rhegium Julii, a Reggio Calabria, alla fine
di agosto (per linedito), i primi di settembre (per lopera
prima), e in novembre (per ledito). E un premio di saggistica,
narrativa, poesia e studi meridionali.
Da visitare Archivio di
Stato, a Cosenza in via Miceli 67. Tel 098427201. Aperto lun-ven 7.30-19.30,
sab 7.30-14.30.
Curiosità Quando morì Alvaro, Giuseppe Berto collaborava al Giornale-radio del Terzo Programma. Avendo avuto lincarico di scrivere il pezzo commemorativo, trasmesso l11 giugno 1956, ne fece una critica piuttosto dura: Fino alla fine, anche quando aveva lo studio con la finestra aperta sulla scalinata di Trinità de Monti col suo perenne fluire di giovinezza cosmopolita, rimase il calabrese che ricercava nella memoria il mondo dellinfanzia, senza avere il coraggio di tornarvi, e senza il coraggio di evaderne definitivamente e prendere possesso di quellaltra realtà che pur gli stava sotto gli occhi e non lo respingeva, perché non respinge nessuno Aveva in mano un materiale simile a quello che aveva fatto grande Verga, sentiva con la stessa forza i motivi della perenne lotta degli umili contro la storia e la miseria, ed ebbe paura del regionalismo Nella preoccupazione di essere moderno, Alvaro arrivò a contenere la sua impulsività meridionale per rifugiarsi sempre più in quellaltro aspetto della sua natura raziocinante e moralista .
Informazioni Giuseppe Morabito, scrittore e critico letterario, ha prodotto numerosi saggi critici e realizzato importanti traduzioni dei racconti di viaggio di scrittori stranieri in Calabria. Morabito, che ha composto anche opere di teatro, narrativa e poesia, vive a Villa San Giovanni e presiede da 40 anni il Premio Internazionale Calabria (di letteratura, giornalismo e scienze) di cui è fondatore. La sua verve inesauribile nel parlare di letteratura e la sua cordialità nel presentarsi e conversare dei suoi progetti, per rendere la Calabria sempre ricca di stimoli e iniziative culturali sono segni di amore per questa regione, affinché sia sempre protagonista di quella grande cultura che qui è nata. Morabito è presidente del Circolo di Cultura e di Relazioni Internazionali (via Vittorio Emanuele II, 42; Villa San Giovanni -Rc- tel 0965759004). Chi volesse intraprendere una ricerca storica sulla Calabria un importante punto di riferimento è lAssociazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno dItalia (via Monte Giordano, 36 Roma; tel 066833784) nella cui sede, sin dal 1923, è collocata la Biblioteca Giustino Fortunato: una biblioteca specializzata che dispone di circa 40.000 volumi. La ricerca bibliografica è favorita dai cataloghi a stampa in 11 volumi, divisi per autore e per soggetto, che mostrano tutto quello che è presente nella biblioteca, riguardo ai temi del Mezzogiorno, coprendo un periodo storico che va dallantichità ai nostri giorni. Notevole è anche il catalogo dei periodici (aperto: lun-ven 9-18)! Fra le riviste calabresi di tema storico-letterario cè Vivarium Scyllacense, un semestrale sul Medioevo in Calabria e sul grande statista Cassiodoro; la Rivista Storica Calabrese, un trimestrale di storia patria per la Calabria; e Cassiodorus, una rivista annuale di studi sulla tarda antichità nellarea mediterranea, il cui primo numero risale al 1995.
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