Giornali e riviste
Il tipo di intellettuale che simpone nel
Settecento, in Italia come in Europa, è una figura
del tutto nuova che raccoglie in sé molti caratteri
e competenze: è un filosofo ma si interessa di economia
ed è incuriosito dalle scienze fisiche e naturali;
ama viaggiare, imparare altre lingue, quindi conosce anche
i problemi sociali e intrattiene relazioni con altri intellettuali;
frequenta le corti di principi e sovrani ma anche i salotti
borghesi perché vuole che le sue idee raggiungano un
pubblico vasto. Di conseguenza, in questo periodo cambiano
anche le forme di comunicazione letteraria: il libro con i
suoi modi astratti e convenzionali di interpretare la realtà
lascia il posto a forme di comunicazione più immediata
come il breve saggio, o pamphlet, gli appunti di viaggio,
la lettera. Il pamphlet era un articolo di giornale nato proprio
dalla collaborazione fra intellettuali, esattamente un saggio
breve che sosteneva in modo poco oggettivo e con scopo polemico
un argomento di attualità o politico volto a risvegliare
la coscienza popolare, anche con vignette e battute. Le notizie
di attualità, di politica, di cronaca locale e gli
annunci economici erano diffusi, invece, dalle gazzette che
ebbero dapprima uscita settimanale e poi giornaliera, come
la Gazzetta di Venezia.
I fogli di giornale, le riviste e le gazzette
interessarono un pubblico di lettori di media cultura contribuendo
a creare unopinione moderna, più aperta e informata;
venivano letti anche nelle piazze e nei caffè favorendo,
così, il confronto e la discussione: Montesquieu, in
visita a Londra, osservava sbalordito un operaio acquistare
e leggere una gazzetta. Il termine gazzetta deriva,
secondo alcuni, dalla storpiatura del tedesco Zeitung,
che significa giornale, secondo altri dal nome della moneta
veneziana che normalmente rappresentava il costo medio di
questi periodici. Le gazzette erano nate sul modello delle
riviste erudite stampate tra la fine del Seicento e il primo
Settecento come a Venezia il Giornale de letterati
dItalia ed erano mutati man mano in una direzione
del giornalismo più vicina alla nostra idea attuale.
Questi periodici erano fogli di avvisi cittadini spesso compilati
da un unico autore come nel caso della pubblicazione di Giuseppe
Baretti La Frusta letteraria o della Gazzetta
veneta di Gaspare Gozzi.
Questultima era un giornale di otto fogli
stampati a due colonne che si vendeva il mercoledì
e il sabato e che uscì dal 1760 al 1761; richiamava
il modello inglese The Spectator (1711-12),
la rivista di Joseph Addison, e si può veramente definire
il primo tentativo dellItalia di creare un giornalismo
moderno perché nelle sue pagine lerudizione lasciava
il posto ai fatti della vita reale. Nel n° VII del 27
febbraio 1760 Gaspare Gozzi risponde con un breve scritto
alle critiche di quei conservatori che pensano che lunica
forma darte sia il libro, replicando con garbata ironia.
La sua tesi è che il libro serve sempre ma solo a poche
persone mentre il giornale serve per poco tempo ma a tutti
(
i libri vogliono stare al mondo ad impacciare
le botteghe e le librerie le centinaia di anni; sicché
quando sono nati, non cè rimedio di scacciarnegli.
I fogli nostri non hanno tanta baldanza: uno o due dì
servono; passato questo breve tempo, non ti chieggono dorate
legature, non iscancerie
). Un altro bel brano
si trova nella Gazzetta veneta n° XXI, del 16 aprile
1760: questo è un bellissimo schizzo di vita veneziana
che descrive in modo colorito e con un lessico comico la vita
quotidiana nella calle del Forno. Lautore, descrivendo
sapientemente i modi di vita e osservando attentamente i caratteri
e temperamenti di personaggi popolari, ci ricorda le scene
delle commedie di Goldoni. Gaspare Gozzi è autore di
un altro fortunato giornale: lOsservatore veneto
(1761-62). Questo, come il precedente, propone oltre ad annunci
commerciali, articoli di cronaca e argomenti sul costume,
anche recensioni teatrali tra cui le prime rappresentazioni
delle commedie di Goldoni insieme alle polemiche da esse suscitate.
Giuseppe Baretti (1719-1789) fu redattore del
periodico La Frusta letteraria, un quindicinale pubblicato
a Venezia tra il 1763 e il 1765 che raccoglieva recensioni
di opere letterarie e saggistiche. Il Baretti aveva vissuto
a lungo in Inghilterra e si era ispirato per la sua rivista
proprio al giornalismo inglese. In tono acceso e con spirito
polemico, utilizzando un vocabolario sempre ricco e fantasioso,
si oppone ai cattivi libri che, secondo lui, sono responsabili
della decadenza morale dellItalia. Tutto questo con
laiuto di una straordinaria coppia di personaggi nati
dalla sua fantasia: il soldato a riposo Aristarco Scannabue,
uomo esperto della vita, dietro al quale si nasconde lui stesso,
e il curato don Petronio Zamberlucco, erudito di campagna,
che rappresenta lormai superata cultura reazionaria:
il compito di Scannabue è quello di distruggere con
la sua frusta, appunto, gli scrittori contemporanei
troppo rispettosi di regole e convenzioni allo scopo di creare
una letteratura viva e moderna.
Appuntamenti
Tutti gli appuntamenti culturali della regione
sono segnalati negli opuscoli gratuiti pubblicati dagli uffici
turistici delle città venete e nella pagina culturale
dei giornali locali.
I pittoreschi mercati dantiquariato costituiscono,
in ogni caso, un ottimo appuntamento per gli amanti di vecchi
giornali e riviste, per i collezionisti e per chiunque ami
rovistare fra vecchie pubblicazioni: i prezzi sono molto convenienti!
Da visitare
Nel Settecento il dibattito delle idee si svolge
negli spazi informali dei salotti della ricca borghesia e
nei caffè. Questi ultimi divengono punto dincontro
degli intellettuali che qui discutevano di fatti di attualità
e si scambiavano opinioni sui progetti di riforme: a Venezia
i caffè diventano centri di elaborazione culturale.
Pertanto, una visita ai caffè storici delle città
venete è senzaltro una bella esperienza. A Padova
merita una sosta il Caffè Pedrocchi -1831-
in via VIII Febbraio 15, che Stendhal definì le
meilleur café dItalie e che costituisce
tuttora un punto di riferimento per il mondo culturale;
a Venezia il Caffè Florian (1720), il
Caffè Quadri (1775), entrambi
in piazza San Marco, e lHarrys Bar
-1931- in calle Vallaresso.
Curiosità
La Gazzetta veneta, il famoso
giornale creato nel 1760 da Gaspare Gozzi e da lui redatto,
così spiegava al pubblico nella testata: Gazzetta
veneta, che contiene tutto quello, chè da vendere,
da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute,
le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle
merci, il valore de cambi, ed altre notizie, parte dilettevoli,
e parte utili al Pubblico.
Il giornale fu pubblicato dal 1760 al 1761 in
104 numeri al costo di uno zecchino per labbonamento
annuale.
Informazioni
Le edicole del Veneto offrono una vasta scelta
di pubblicazioni nazionali oltre, naturalmente, alle testate
locali. Nelle principali edicole si trovano anche giornali
esteri con ritardo di qualche giorno sulla data di pubblicazione.
Gli uffici turistici delle città venete pubblicano
degli opuscoli mensili gratuiti per informare sulle cose da
fare o da vedere, sulle curiosità, e offrire unagenda
degli appuntamenti.
Per la consultazione di riviste e giornali antichi
recarsi presso le emeroteche, collocate allinterno delle
biblioteche nazionali delle città, o presso le biblioteche
comunali. Per gli orari di apertura di emeroteche, biblioteche
e archivi informarsi presso gli uffici del turismo.
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